Ormai da giorni il nome, le parole e le immagini di Samantha Cristoforetti entrano nelle nostre case attraverso la televisione e i giornali, ci raccontano la sua vita, i suoi studi, i suoi sogni, la sua missione spaziale, suscitando in noi donne italiane orgoglio e fierezza.

Così, l’altra sera mentre io preparavo la cena e Samantha era in collegamento dallo spazio mi sono chiesta cosa mi stessero raccontando le sue immagini, le sue parole, la sua storia?  Assaggio il sugo e faccio qualche ipotesi, forse la sua storia e le sue parole dalla terra o dallo spazio ci ricordano che esiste ancora un mondo in cui è possibile farcela e realizzare i propri sogni, anche quelli che nascono nel cuore di una bimba che guarda le stelle e si realizzano con tanto impegno, (ma questo generalmente si tralascia!) anni dopo in un mondo professionale comunemente riservato ai maschi. Mmh… sa di luogo comune. Forse ci invitano a riconoscere intorno a noi un mondo ormai povero di eroi, che crea personaggi per fare marketing o per catturare quella parte di pubblico desideroso di identificarsi nelle vite altrui. Mah potrebbe essere, ma mi sembra banale….

Forse anche e più semplicemente per nutrire il cercatore interiore che è in noi ed e assecondare il nostro desiderio di esplorare altri mondi, una volta lo facevamo coi romanzi di J. Verne, oggi la realtà supera la fantasia…mah troppo scontato. Io e la figlia della mia amica Lorena (6 anni) cominciamo a cenare, lasciamo la tv accesa per vedere Samantha e le immagini dalla Stazione spaziale internazionale, ( ora su http://www.wired.it/scienza/spazio/2014/11/23/samantha-cristoforetti-partita-stazione/) ed ecco che proprio un dettaglio di quelle immagini con la complicità di Lorena mi raccontano per la prima volta un’altra storia.Accanto a Samantha, Terry Virts (non a caso si trattava di un maschio, penso!!), mentre il suo collega parlava, si divertiva a fare facce buffe, mentre col cucchiaio in mano ci mostrava come il cibo, in assenza di gravità, si sollevasse verso l’alto. Vedendo la scena, Lorena ride e mi dice “ Guarda Jenny da loro il cibo va all’insù, da noi invece se non tieni dritto il cucchiaio il cibo casca giù ”.

Ed è eccola qui la storia!

Tra noi e queste immagini (ma spesso ciò ci sfugge perché esse, entrando in casa nostra e cenando insieme a noi ci sono talmente vicine da darci l’impressione di avere ospiti a cena), esiste uno spazio invisibile che è quello dell’ “essere tra” , di più dell’essere tranoi” e “loro”.

Quello che ci viene raccontato in questi giorni succede in un altrove lontano, in un universo “fuori dal mondo”, (reale sì, ma per noi talmente inimmaginabile da confondersi con la fantasia) in cui “il cibo si stacca dal cucchiaio e va in sù non quello in cui se il cucchiaino non lo tieni dritto il cibo cade in giù…”La nostra confusione rischia di stare proprio qui: nel dimenticare, nel non considerare quello spazio che fa sì che quelle immagini non ci raccontino proprio un bel niente di noi ma solo qualcosa di Samantha dei suoi colleghi e del loro lavoro.

Allora, grazie Samantha perché le tue parole e le tue immagini mi hanno condotta attraverso un viaggio spaziale di cui probabilmente non comprendo fino in-fondo la scientificità, che con-fondo con la fantascienza, e grazie perché condividi con tutte noi, raccontandocelo, il tuo sogno!

Grazie invece al boccone volante e a Lorena per avermi fatto tornare coi piedi per terra e per avermi riportata con forza ai miei sogni e al mio mondo. Per avermi riportata alle missioni terrestri di cui nessuno parla e di cui tutte noi, ogni giorno siamo le vere “eroi” (non esiste la parola al femminile, bisognerebbe usare “eroina” ma temo l’effetto! ) come mamme e come donne; a quelle meravigliose missioni che ci fanno attraversare gli universi inesplorati dei parchi, della scuola, delle feste di compleanno, e del pattinaggio artistico, la cui bellezza non ci toglie il fiato ma ci lascia ogni sera senza fiato…. A quelle difficili missioni che fanno di tutte noi le astronaute delle nostre vite e che ci sorprendono mostrandoci la più meravigliosa delle albe negli occhi delle persone che amiamo.

A tutte quelle piccole grandi missioni insomma, che ci mostrano ogni giorno, come tu stessa dici della tua Samantha, che la realtà che stiamo vivendo è molto molto meglio di come ce l’eravamo immaginata…

…se solo non lasciamo che i sogni degli altri si sostituiscano ai nostri.